Michelangelo Coviello è un altro di quei personaggi che Milano nasconde come gioielli preziosi per svelarli solo a chi va a cercarli con attenzione. In via Tadino ero già capitato per incontrare il mitico Guido Duiella, che porta avanti con tenacia la Libreria Popolare animandola con presentazioni di libri ed eventi culturali a cadenza quasi giornaliera. Qualche civico più indietro mi era, però, sfuggita l’anima nascosta di Michelangelo, che già dal nome in fatto d’arte promette molto bene. In effetti quando sul citofono leggi “Officina Coviello” a tutto pensi fuorché a un meraviglioso piccolo spazio dedicato ai veri amanti dell’arte contemporanea. Ma le Anime Nascoste ci hanno abituato a questo, scegliendo nomi e appellativi curiosi, originali o che mantengono – come in questo caso – traccia e memoria del luogo che abitano in modo diverso. Infatti qui c’era fino a qualche anno fa un’officina per riparare autovetture, finché Michelangelo non ha scelto di prenderla in gestione e trasformarla, senza cancellare alcuni segni distintivi come la pedana girevole su cui venivano sollevate e sistemate le auto. Quando lui è entrato, mi racconta, c’era ancora un laboratorio di macchine, non più funzionante come officina, ma ancora legato a quel mondo. Adesso il colpo d’occhio all’ingresso mostra la suggestiva coabitazione di mondi diversi, con quadri e opere d’arte appese un po’ ovunque, divani e poltrone da salotto borghese e poi pavimento e pareti che ricordano ancora l’officina, di cui Michelangelo è orgoglioso di preservare l’identità, soprattutto in senso metaforico. Lui, poeta e scrittore con un passato trentennale da copywriter in importanti agenzie pubblicitarie, è entrato qui nel 2009 e da allora ha sempre creato appuntamenti di socializzazione all’insegna dell’arte e della cultura, organizzando mostre, aste e l’appuntamento fisso della domenica pomeriggio con il cinema d’epoca. Questo, mi dice, è un evento che ha preso piede con grande successo e continua con un pubblico di affezionati che ormai ha l’abitudine di passare la domenica pomeriggio lontano dal pallone, per rivedere o vedere per la prima volta capolavori ancora attuali. Mi capita di essere presente a una serata intitolata “Saldo con l’asta”, bellissimo modo per concludere la stagione prima della pausa estiva. Sono presenti artisti e amici dell’Officina, riunitisi per salutarsi, bere un bicchiere di vino accompagnato da un ricco aperitivo a cui ciascuno collabora portando qualcosa, e – soprattutto – aggiudicarsi all’asta una delle opere rimaste dopo le mostre che hanno animato lo spazio in questi anni. E’ una bellissima occasione per conoscere artisti e persone appassionate che frequentano con assiduità questo luogo. Mi raccontano dei film che hanno visto qui, di quelli che vorrebbero vedere, condividono ricordi e mi rendo conto che fra queste quattro piccole mura sono successe tantissime cose dal 2009 a oggi, sempre senza dare nell’occhio e senza farsi pubblicità, ma con la forza dirompente di un passaparola lento e positivo, che di volta in volta fa capitare da queste parti qualcuno che poi facilmente tornerà. Fra di loro è presente anche l’attore Roberto Carusi, che accompagna la serata con letture di poesie.
OFFICINA COVIELLO
Via Tadino, 20