Rossosegnale Loft Milano

A due anni e mezzo di distanza dal primo incontro, capita di tornare a far visita a una delle prime Anime Nascoste conosciute con questa rubrica: il bed and breakfast più lussuoso di Milano, ovvero Rossosegnale di Raoul e Alberto. Due intraprendenti uomini in carriera che hanno deciso di abbandonare del tutto o quasi la loro attività con contratti a tempo indeterminato per dedicarsi al sogno di aprire casa propria a chi viene a Milano per lavoro o per svago. L’occasione per tornare a trovarli è data dal loro nuovo acquisto con cui Rossosegnale crea una depandance dall’altra parte della città: da Loreto ai Navigli con un nuovissimo loft comprato a una coppia di architetti e trasformato da studio fotografico ad abitazione in attesa di capire come utilizzarlo per eventi e manifestazioni culturali. 60 metri quadrati al crocevia tra Via De Amicis e via Tortona fanno gola a tutti in prospettiva del Salone del Mobile che ormai è un appuntamento fisso di ogni primavera milanese. Per adesso Rossosegnale Loft è un appartamento da affittare come bed and breakfast, ma presto sarà anche tutto quello che un’Anima Nascosta sa essere, infatti già ospita mostre e opere d’arte in perfetto stile Rossosegnale. Lo stesso artista che espone nella sede di via Sacchini 18 può allargarsi anche in via San Vincenzo 34 e le sue opere potranno essere acquistate dai clienti che ci dormono insieme. L’ingresso indipendente in un palazzo di inizio 900 conferisce al loft un aria nord-europea, ampliata dall’affaccio su strada, che di solito non viene considerato un valore aggiunto ma che per il concept di Rossosegnale è sicuramente un plus. È stata mantenuta la sua essenza “industriale” ma con un sapore romantico, deco e un po’ vintage. Una splendida sala con pezzi d’antiquariato, di design e opere d’arte dove pranzare o rilassarsi sul divano, poi una zona armadi e il primo dei due bagni, quello padronale (con doccia). Quindi si prosegue in una cucina e uno studio dove riposarsi sul comodo divano-somier (anche letto) oppure lavorare al pc. Da qui si accede alla romantica stanza da letto, anch’essa arredata con gusto e in costante trasformazione. La visita al loft che raddoppia la presenza di Rossosegnale a Milano in due zone strategiche e profondamente diverse della città è un’occasione per fare un bilancio del semestre Expo per una categoria di esercenti che dovrebbe essere fra quelle che ne hanno beneficiato maggiormente. Chiacchierando con Raoul mi è sembrato di cogliere un sincero entusiasmo per il periodo appena trascorso che, a suo dire, ha portato in città tantissimi stranieri attirati più da Milano che da Expo. Addirittura, mi dice, molti che sono venuti a settembre e ottobre hanno preferito fare direttamente un giro in centro piuttosto che mettersi in coda per visitare i padiglioni affollatissimi. Tutti sembrano alimentare un passaparola positivo sulla nostra città: tante persone arrivano mandate da altri che sono già stati in visita. E quasi nessuno se va scontento. Chiaramente la clientela di Rossosegnale è molto selezionata, a prevalenza internazionale perché il concept di un bed and breakfast di fascia molto alta non è diffuso in Italia e fatica a collocarsi, mentre all’estero è più diffuso il piacere di viaggiare sentendosi a casa, non la propria ma quella di chi si va a trovare. Se il valore aggiunto di Rossosegnale in via Sacchini è proprio quello di accogliere i clienti al piano di sotto dell’appartamento di Alberto e Raoul che sono sempre li ad accoglierli, in via San Vincenzo Raoul ci passa spesso, ma è ovviamente diverso: lì i clienti hanno a disposizione un piccolo appartamento in pieno stile milanese in mezzo alla zona più vitale della città. Insomma, invece che lasciare, Rossosegnale raddoppia e rilancia.

ROSSOSEGNALE LOFT MILANO
Via San Vincenzo, 34
Tel. 02 2952 7453
www.rossosegnale.it

 




Lafell Spazio

Volevano dare una casa ai loro progetti e alla fine hanno progettato la loro casa come uno spazio per i loro sogni e per quelli degli altri che cercano uno spazio per dar vita alle proprie idee. Valeria Lumaca arriva da Messina per studiare Ingegneria a Roma, completa il percorso con risultati eccellenti e si trasferisce a Milano, dove inizia a lavorare con un bello stipendio che fa felice la famiglia siciliana. Ma a lei non basta, non si sente felice, vuole fare altro e pian piano la passione per il teatro e per il cinema prendono il sopravvento. Se all’inizio è solo un hobby serale nel particolarissimo Teatro della Contraddizione, vero spazio off della scena milanese, presto per lei la regia diventa troppo importante. Abbandona il lavoro, si innamora dell’attore del cortometraggio che sta realizzando come regista e a suon di premi cinematografici e gratificazioni riesce a convincere la famiglia che la sua non è stata una follia, ma una vocazione meditata e necessaria. Con Davide l’amore continua, vogliono andare a convivere, ma vogliono anche continuare a provare i loro spettacoli e i loro video. E così trovano lo spazio giusto a un affitto sostenibile e nell’ottobre 2015 nasce LaFell Spazio, il cui nome sta per “la Furia e la Lumaca”, i due opposti che si equilibrano, ma anche i loro nomi e soprannomi (Davide viene chiamato dagli amici “furiante”). Il posto è al pianoterra di un palazzo qualsiasi in zona Affori, periferia milanese, dove mai ti aspetteresti di trovare un cantuccio caldo e accogliente che si apre a chi ha voglia di esprimersi. Assomiglia molto a un altro posto che sta all’altro capo della città, Argelab, sui Navigli, anche lì un appartamento in cui una grande sala viene adibita a spazio per gli artisti. Ma simile anche agli altri appartamenti che si aprono all’arte, come la Compagnia del The, il Piccolo Porto Baldo o, più in grande, lo Spazio Tadini, per citare altre Anime Nascoste che arricchiscono tutte le zone di Milano di quella stessa voglia di condivisione e ospitalità che ormai solo qualche straniero diffidente può non attribuire al capoluogo lombardo, pienissimo di luoghi in cui ci si può davvero sentire a casa. Valeria e Davide vivono a LaFell, ma fin dal mattino aprono le porte a compagnie teatrali che provano i loro spettacoli, o a pittori che vengono ad affrescare le pareti: bellissimo il dipinto di fronte alla porta d’ingresso a tutta parete che raffigura un fotogramma del film “Songs fron the second Floor” realizzato dal giovane Davide Nuvolari. 120 metri quadrati bastano per realizzare i sogni, grazie alla magia dello spettacolo dal vivo e alla partecipazione di tanti giovani gruppi che già hanno scoperto questo spazio e lo abitano senza sosta. In programma seminari, laboratori (prevalentemente cinema e teatro) ma anche set fotografici (è stato qui perfino Nando Paone a farsi immortalare per la locandina del suo nuovo film!) e spettacoli serali aperti ad amici e appassionati, prove aperte e occasioni per vedere e rivedere produzioni off destinate alla tournée o in cerca di un teatro dove andare in scena in forma compiuta.

LAFELL SPAZIO
Via Miglioretti, 5
Tel. 3470806006
www.lafellspazio.com




Il Mercato del Duomo

Nel cuore di Milano, il nuovo spazio per tutti quelli che vogliono vivere e riscoprire i valori e i sapori autentici del territorio e dei suoi produttori, dalla selezione delle materie prime più ricercate e genuine, passando per l’esperienza del cibo di strada, fino alle eccellenze italiane della ristorazione. Un luogo accogliente e popolare, dove la tradizione si unisce all’innovazione e alla condivisione. Tutto questo è Il Mercato del Duomo, il nuovo progetto che Autogrill ha inaugurato in occasione di Expo e che si colloca  per interesse e posizione geografica, come ideale Anima Zero nel panorama sempre più fitto delle Anime Nascoste della città. Situato proprio all’angolo con la galleria Vittorio Emanuele, Il Mercato del Duomo si sviluppa verticalmente su 4 piani aperti al pubblico che riflettono i progressivi stadi di lavorazione della materia prima e le diverse esperienze di consumo: dal cibo nella sua forma più semplice e naturale al prodotto lavorato e trasformato in ricette, dalla consumazione veloce a un’esperienza più slow. Questo percorso esperienziale verticale si riflette anche nei diversi concept proposti all’interno: il Motta Caffè Bar, che in un’atmosfera suggestiva, connubio perfetto tra tradizione e modernità, offre prodotti di caffetteria e croissanteria di qualità; Il Mercato, la grande novità, che riproduce il tradizionale mercato cittadino, composto da banchi alimentari di produttori e fornitori locali; il Bistrot Milano Duomo, che attraverso un’ampia offerta sviluppata su due piani valorizza i prodotti tipici e il recupero delle pratiche di lavorazione artigianale; la Terrazza Aperol, diventata meta irrinunciabile dell’aperitivo milanese con il suo suggestivo affaccio sulle guglie del Duomo. All’ultimo piano del locale c’è il ristorante-laboratorio Spazio – un progetto della Niko Romito Formazione, lo chef due stelle Michelin – dove i giovani cuochi della Scuola di Formazione di Castel di Sangro (L’Aquila) condividono con gli ospiti le storie, le idee e le emozioni che nascono dall’ideazione di un piatto fino alla sua realizzazione. L’offerta è poi  completata dal Berlucchi Franciacorta Lounge, che propone al visitatore una selezione delle eccellenze enogastronomiche italiane in abbinamento ai migliori Franciacorta firmati Berlucchi. Il Mercato del Duomo, oltre ad affermarsi come una meta gastronomica internazionale, è una vetrina delle eccellenze del “Made in Italy” anche quanto a design ed architettura. Il prestigioso  progetto architettonico, infatti, è stato realizzato in collaborazione con l’architetto Michele De Lucchi, rispettando e valorizzando i disegni originari di Giuseppe Mengoni che progettò la Galleria, poi realizzata tra il 1865 e 1878. L’ingresso è arricchito dalla scultura a grandezza naturale realizzata in bronzo dall’artista Adam Lowe, che riproduce le radici di un albero di ulivo secolare. L’ulivo rappresenta la cultura enogastronomica mediterranea, in particolare quella italiana, ma è soprattutto il simbolo del contatto con la terra, evidenziato dalle imponenti radici, che accolgono il visitatore e lo invitano ad alzare lo sguardo. Si inserisce in totale armonia con l’ambiente de Il Mercato del Duomo, che celebra la ricchezza e la freschezza della materia prima nel contesto urbano per eccellenza, la centralissima piazza Duomo. Il Mercato del Duomo è un posto tutto da scoprire e da vivere, dove potersi intrattenere con gli amici per un piacevole aperitivo accompagnati da buona musica, oppure gustarsi uno sfizioso brunch domenicale dopo aver fatto la spesa tra i banchi coperti affacciati sulla Galleria o prendersi la propria pausa pranzo di qualità. E’ il caso di dire, tra cibo e cultura.

IL MERCATO DEL DUOMO
Tel. 02.86331924
www.ilmercatodelduomo.it

 




La Dodo

Dorothé l’ho incontrata per caso, quasi per sbaglio, camminando nel magnifico dedalo di piccole vie piene di vita intorno a Porta Romana. Andavo alla Cascina Cuccagna, per scrivere di quel bellissimo catalizzatore di iniziative di cui vi ho raccontato in questa rubrica qualche settimana fa. Mentre camminavo in tutta fretta per arrivare in orario all’appuntamento, mi sono imbattuto nella graziosa vetrina di Dorothé, in arte La Dodo, grafica belga, milanese d’adozione, che da circa un anno ha scelto una ex agenzia di viaggi con vetrina su strada come suo ufficio e personale spazio dei sogni e dell’arte. Passavo di fretta, ho buttato dentro l’occhio, ho notato quadri molto particolari appesi alle pareti bianchissime, un gusto molto raffinato nell’arredamento minimalista e di sapore nordico, una bella insegna e una vetrofania accattivante. Poi, sul soppalco, ho visto lei intenta a lavorare al computer. Sono entrato un momento, per sincerarmi di avere scovato una preziosa Anima Nascosta. Con un marcato e delizioso accento belga, Dorothé mi ha accolto nel suo piccolo regno, scusandosi di potermi concedere pochissimo tempo, perché doveva consegnare un progetto grafico entro quella sera. Anche io ero di fretta, abbiamo rimandato il nostro incontro a un altro giorno. Quando ci siamo rivisti, mi ha accolto con un bicchiere di birra belga, di cui va molto orgogliosa, anche perché prodotta artigianalmente da suoi amici che – come lei – hanno scelto di stabilirsi in Italia per lavorare. Dorothé è arrivata a Milano senza volerlo – preferiva andare a studiare a Barcellona con il progetto Leonardo (simile all’Erasmus), ma l’hanno mandata qui in Lombardia. Lei ha accettato perché voleva allontanarsi da casa, la piccola Zolder, famosa per essere stata sede di una tappa del Mondiale di Formula 1 per un po’ di anni. Ma niente di più. L’arrivo a Milano è folgorante, si innamora della città al primo sguardo e dal 2008 la fa essere sua patria d’elezione, non andandosene più. Per un po’ di tempo lavora in un grande studio di grafica, dove si forma e fa esperienza, finché si mette in proprio nel febbraio del 2015, nella sede in cui potete passare a trovarla, in via … .Qui spesso mette la musica, canta, accoglie visitatori, illustra le mostre che tiene allestite alle pareti. Un po’ ufficio, un po’ galleria, casa e studio, relax e lavoro, La Dodo è la tana segreta di Dorothé. Si sente il piacere e l’imbarazzo della solitudine di questa dolce ragazza belga, che ama Milano per la sua ricchezza culturale, ma ancora non riesce a entrare del tutto in sintonia con i suoi abitanti, che forse sono un po’ troppo snob e a cui ancora manca quella curiosità, che li farebbe entrare senza dubbio in quel mondo nascosto. Dorothé organizza mostre che avvicinano le due culture, abbinando due giovani talenti uno belga e uno milanese a cui affida un tema comune su cui costruire un dialogo virtuale, che diventa concreto per il tempo della mostra.

LA DODO
Via Muratori, 11
www.ladodo-design.com




Verso

Finalmente un nuovo negozio in centro, e per di più una libreria! Siamo al confine con le Colonne di San Lorenzo, ma ancora nella cerchia centrale di Milano, una zona da anni abbandonata dagli editori. E ora sembra addirittura che Verso non sarà l’unica! Gestisce questa centralissima libreria, aperta lo scorso 7 dicembre, un gruppo di amici cresciuti tra libri e locali, che hanno maturato anni di esperienze in tutta la filiera dell’editoria: Andrea Gessner, AD di Nottetempo; Pietro Biancardi, editore di Iperborea; Tomaso Biancardi, scout letterario e traduttore; Alessandro Beretta, direttore del Milano Film Festival; Lisa Sacerdote, photoeditor. A dirigere la libreria è Davide Mosca, scrittore di gialli di successo come “Il profanatore di biblioteche proibite”. Davide è un tipo eclettico, ha maturato diverse esperienze sul campo, sia in ambito editoriale (al Saggiatore) sia in un bar estivo a Celle Ligure dove ha affinato anche la sua abilità di sommelier. L’idea è di creare una libreria-laboratorio che offra uno spazio di aggregazione intorno al mondo del libro, con una selezione accurata di marchi editoriali indipendenti di qualità e un rinnovamento continuo e originale: spesso viene chiesto a scrittori, editori, intellettuali, critici, giornalisti, artisti di proporre i loro libri più amati. Al momento ci sono circa 12.000 volumi, ma la collezione è in ampliamento, seguendo i cataloghi di alcuni editori minori (ad esempio Il Saggiatore, Iperborea e Nottetempo), di cui si cerca di raccogliere quanti più titoli possibile, spesso in esemplare unico per massimizzare gli spazi. Non manca la proposta tematica, legata a cicli di incontri, approfondimenti su culture e paesi, autori, luoghi. Interessante la sezione dedicata alla città, dal titolo “Milano siamo noi” che non ha nessuna attinenza politica nonostante sembri lo slogan di uno dei candidati sindaco. L’attività del bar si integra con quella della libreria: dal bancone a piano terra si sale ai tavolini del piano superiore per fare una sosta, leggere o lavorare. Lo spazio di Verso, studiato dagli architetti Bianca Rizzi e Francesca Rogers, interpreta il carattere complesso e articolato del tipico tessuto del quartiere di Ticinese, trasformandolo in un percorso di piccoli mondi, separati fra loro, ma costruiti intorno al filo conduttore dei libri e di quello che vi accade intorno. L’idea di una libreria come spazio da vivere, un contenitore per esperienze diverse, previste o ancora da inventare, si è tradotto in un progetto di arredo flessibile, dove l’esposizione dei libri si adatta di volta in volta per valorizzare gli eventi. Molto suggestivo il grande tavolo che domina lo spazio al piano superiore, un pezzo di modernariato di inestimabile valore poiché è il tavolo originale di Elio Vittorini, quello su cui sono nate le pagine indimenticabili dei suoi romanzi e le traduzioni insuperate degli autori americani. Andrea, uno dei soci, lo ha avuto da un amico architetto che lo teneva in casa senza utilizzarlo, e ha deciso di metterlo qui come sua destinazione ideale.

VERSO
Corso di Porta Ticinese, 40
www.libreriaverso.com




Alik Cavaliere

“Una evasione rivoluzionaria”: questo professava Alik Cavaliere, artista refrattario a qualsiasi limitazione e definizione. Oggi ne conserva la memoria un luogo magico e suggestivo nel cuore di Milano, lungo corso di Porta Ticinese, nascosto nel cortile di un palazzo a pochi passi dalle Colonne di San Lorenzo, sede della Sovrintendenza ai Beni culturali, che concede a diverse associazioni l’utilizzo degli spazi. La parte che oggi ospita il Centro Artistico Alik Cavaliere è stata il suo atelier negli ultimi anni di vita, dopo che ha dovuto lasciare una cascina in zona Bocconi nel 1985, dopo la grande nevicata che ne aveva fatto crollare il tetto. Oggi la figlia Fania con grande dedizione e tenacia porta avanti la memoria del padre, conservando le sue opere con cura e con il prezioso aiuto di Piero, factotum e assistente personale del padre. Accanto a lei c’è la mamma, moglie di Alik. Una famiglia ebrea di origine russa di cui Fania ha raccolto la storia in un bellissimo romanzo dal titolo “Il Novecento di Fanny Kaufmann”. Come artista, Alik ha perseguito nel suo lavoro la ricerca di sempre nuove forme di espressività, con un uso innovativo delle tecniche della tradizione classica così come dell’avanguardia dadaista, rilette entrambe nel confronto con una pluralità duttile e modernissima di materiali. “Ho sempre usato i materiali – scrive nei bellissimi “Taccuini” pubblicati nella preziosa edizione Abscondita dedicata alle “Carte d’Artisti” – come un regista, come un trovarobe teatrale, come un narratore di storie e racconti; lavorando sulla memoria, cercando di creare dei percorsi, dei labirinti dove potermi incontrare con l’eventuale visitatore/spettatore per poi perderci entrambi all’interno dell’opera stessa, oltre che psicologicamente anche fisicamente, nella pluralità delle angolazioni o nei grovigli della materia o delle indicazioni  suggerite. Operando in maniera così dispersiva, spero di aver evitato di diventare uno specialista di un genere, e non mi trovo quindi lo studio trasformato in un vasto deposito di oggetti artistici ben confezionati e riposti in scaffali pronti per la vendita, a futuro prezzo programmato.” Dopo la giovinezza condizionata dall’attività antifascista del padre e dalle leggi razziali, inizia la sua attività espositiva con una collettiva nel 1945, mentre la sua prima personale si tiene alla Galleria Colonna a Milano nel 1951. Negli anni Sessanta imposta la serie delle Avventure di Gustavo B. (1961-64), dove la scultura diventa un racconto plastico in numerosi episodi e il realismo si tramuta in una narrazione surreale. Partecipa più volte alla Biennale di Venezia, per poi realizzare un’opera monumentale ancora oggi in parte visitabile, I processi dalle storie inglesi di W. Shakespeare, grandiosa installazione, patrimonio della Galleria d’Arte moderna di Valle Giulia a Roma. Diviene poi docente all’Accademia di Brera e trascorre la sua vita nel capoluogo lombardo, dove muore nel 1998, lasciando incompiuta l’ultima opera, Grande albero, oggi esposta nel cortile del Conservatorio di Milano. Il chiostro che oggi ospita il Centro è pieno di opere che raccontano il percorso eclettico e pieno di passione del suo autore, in costante dialogo con gli elementi e con la natura, che fiorisce rigogliosa intorno alle sculture, quando non ne fa addirittura parte. Fania ha organizzato spettacoli teatrali, letture, concerti, esposizioni in questo spazio duttile e magnifico, e con inestinguibile entusiasmo continua a organizzare eventi e manifestazioni dedicati al padre e alla sua città.

CENTRO ALIK CAVALIERE
Via De Amicis, 17
Tel. 02 48954991
alik.cavaliere.it/centro




Carrozzeria ‘900

Mauro Bracciali va in giro per l’Europa in cerca di mobili antichi da restaurare, e poi li riporta qui, nel suo piccolo loft in via Padova 29, dove dà loro nuova vita. Ma il vero “restauro”, Mauro l’ha compiuto su se stesso quando, nel 2011 ha lasciato la sua band storica con cui suonava nei locali della Brianza fin da piccolo. Abbandona tutto e decide di ricominciare daccapo. E’ attratto dalle due grandi città che sono vicine a casa sua: Milano e Torino. Nel capoluogo piemontese Mauro vede la possibilità di un futuro da cantautore, partendo dalla strada per arrivare poi chissà dove. Ma è il capoluogo lombardo ad avere la meglio, con la sua attrattiva commerciale. Mauro aveva tanti debiti da risanare e quindi la scelta di mettersi in proprio con un’attività di restauro di mobili antichi, abbandonando la grande passione per la musica, diventa l’unica scelta da considerare. E così adesso, dopo cinque anni di bottega, è quasi pronto a riprendere in mano la chitarra. Mi confessa che in tutto questo tempo qui in Via Padova, solo una sera ha azzardato la scommessa di suonare davanti a un gruppetto di amici. Ma è stata un’emozione troppo forte e prematura. Ci vuole ancora un po’ di tempo prima che sia possibile di nuovo. Allora sarà bellissimo, perché sarà il disvelamento di un’anima nascosta che ritrova la sua passione e la lascia libera di esprimersi, fuori contesto, fuori luogo e fuori tempo, come deve essere e come solo a Milano si può fare con successo. Curioso il nome scelto per il suo spazio, Carrozzeria 900, che richiama il secolo appena trascorso, ma anche il luogo dove si riparano le macchine. A suo dire, non vi è alcuna certezza che in passato questo posto fosse effettivamente un’officina, lui lo ha rilevato da uno stilista-modellista che lo usava come atelier. Ma è molto suggestivo pensare a una carrozzeria che rimetteva in sesto auto-mobili e che adesso restaura mobili. Mauro è refrattario a mostrarsi, ma ha una grande voglia di comunicare la sua attività e le sua creatività. In questa zona sta facendo scuola, in cinque anni la sua attività è cresciuta ed è stata presa a modello per numerosi altri esercizi che stanno avendo successo. Il suo rammarico è che alcuni amici che hanno cominciato con lui si siano poi messi in proprio senza più cercarlo, senza nemmeno un minimo di gratitudine, ma soprattutto senza la voglia – indispensabile per crescere meglio – di fare rete e unire le forze. La zona tra Via Padova e Viale Monza si sta riempiendo di negozi di antiquariato, botteghe di restauro e mercatini come Le Pulci Pettinate, che più o meno fanno tutti la stessa cosa. Potrebbe diventare un perfetto “Distretto del Restauro” se solo ci fosse maggiore collaborazione, che è ciò che auspichiamo, convinti che pensarsi concorrenti sia il modo migliore per non riuscire a crescere, rimanendo nascosti e gelosi in un piccolo spazio segreto. Al contrario, invece, la collaborazione e l’unione di energie comuni può portare allo sviluppo di un’attività che sta tornando ad attrarre i milanesi con un interessante scambio generazionale, che avvicina anche i giovani al piacere di acquistare mobili antichi. Gli eventi che Mauro organizza nascono tutti spontaneamente dal desiderio di qualche cliente o dalla proposta di amici e  conoscenti. Si alternano concerti, piccoli spettacoli, o la “giornata per prendere il tè”. Con la collaborazione dell’amico chef Lele Castaldi, che inventa piatti particolari e gustosi, spesso prendono vita delle cene fra i mobili appena restaurati, in un’atmosfera magica, sospesa nel tempo.

CARROZZERIA 900
Via Padova, 29
Tel. 347 688 5777
www.carrozzeria900.com

 




Cibò

Il passaparola è il modo migliore per scoprire le Anime nascoste a Milano, luoghi che non ti aspetti di trovare dietro la vetrina, ma soprattutto persone particolari piene voglia di migliorarsi sempre. L’incontro con Cibò – ristorante e gastronomia vegana in via Maiocchi, zona Loreto – avviene per caso, a un appuntamento con Davide Foschi del Centro Leonardo da Vinci, altro spazio raccontato in questa rubrica qualche mese fa. Davide è un frequentatore abituale di Cibò e mi ha presentato Annalaura, che lo gestisce da quando è nato nell’ottobre del 2012 con l’amico di tante avventure Marcello. Insieme – molti li credono marito e moglie, ma in realtà non stanno insieme – hanno condiviso il sogno e l’impegno di aprire questo spazio dedicato all’alimentazione naturale, biologica e vegana in cui il cibo si paga a peso, quindi non ci sono pietanze più care di altre, ma si riempie il piatto con quel che si vuole e poi si paga la quantità generale. Un metodo innovativo e democratico, che pareggia il valore degli ingredienti e consente a ciascuno di mangiare in base a quanto vuole spendere, senza doversi privare dei sapori che preferisce. Le specialità cucinate da Annalaura sono i piatti freddi, per quelli caldi si appoggia a una cucina vegana molto prestigiosa a Milano, non essendo né lei né Marcello dei cuochi di professione. La decisione di aprire il locale corrisponde a un desiderio di Marcello, che ha sempre lavorato nella filiera del biologico, anche se ha conosciuto Annalaura durante un seminario di Rebalancing, una tecnica di massaggi e terapia psicologica che fa parte di un lungo percorso che entrambi seguono da anni. Annalaura ha lavorato per trent’anni a Mediaset, cominciando giovanissima al fianco del giornalista Giorgio Medail, accompagnandolo in giro per l’Italia nel fortunato format dei primi anni Ottanta “Weekend tranquilli”. Era una trasmissione che raccontava itinerari culturali e gastronomici, in cui lei era coinvolta all’insaputa dei genitori che la pensavano all’università – era iscritta controvoglia a Biologia – e non l’hanno mai beccata in tv. Negli anni del grande successo delle reti private, Annalaura entra nella redazione delle news in cui fa carriera fino a diventare produttrice dei notiziari e ci resta fino al 2011, quando la nuova gestione aziendale la spinge a un abbandono divenuto ormai quasi inevitabile. I tempi erano cambiati, ma era cambiata anche lei, attraverso un percorso di maturazione interiore che l’ha spinta lontano da quel mondo, di cui pure conserva bellissimi ricordi e tante competenze. Addirittura mi confessa – anche se faccio un po’ fatica a crederlo – che a volte mentre serve piatti vegani all’ora di pranzo le sembra di sfornare una nuova edizione del telegiornale, perché – mi dice – “in fondo l’organizzazione produttiva è più o meno la stessa”. Cibò è un posto dove accadono tante cose, grazie alla collaborazione con Davide foschi, che spesso organizza qui brunch e serate “metateiste” in cui al cibo si abbina la lettura di poesie, racconti, testi, ma anche la presentazione di quadri, artisti, libri e manifesti culturali. Non mancano poi momenti dedicati alla psicologia con sedute di “Costellazione familiare” di cui Annalura è molto esperta. C’è poi un angolo dedicato al book sharing in collaborazione con altre botteghe di via Maiocchi. Bellissimo il logo del negozio, creato – anzi sognato – da Annalaura, ma soprattutto il grande albero bianco che troneggia al centro del locale, creazione artistica che riveste i tubi dell’acqua e fa da gigantesca lampada.

CIBÒ
Via Achille Maiocchi, 26

Tel. 02 20242299
www.cibonatura.com




Caffè Zanardi

“Prendersi il tempo necessario, saziando corpo e spirito”. Questo il motto del Caffè Zanardi, che ha aperto il 5 gennaio 2016 in una piccola via che si snoda tra due navigli, e in cui l’acqua ancora scorrerebbe se non fosse stata coperta orami parecchio tempo fa. Siamo nella piccola, suggestiva via Magolfa, a pochi metri dalla famosa piscina Argelati, a sua volta prossima a un’altra Anima Nascosta di cui vi ho raccontato l’anno scorso, l’Argelab. Due soci, anche grandi amici, Davide ed Emiliano, alle soglie dei quarant’anni, decidono finalmente di mettersi in proprio, dopo tanto tempo di servizio in aziende altrui. Davide arriva da una carriera nell’organizzazione di eventi, Emiliano da sei anni in un’enoteca: insieme condividono la passione per i libri e i fumetti, e così nasce il Caffè Zanardi. La zona va animata, la scommessa è difficile ma allettante, l’affitto è sostenibile e i vicini sono potenziali alleati. Accanto al Caffè Zanardi ci sono, infatti, un’enoteca e uno studio di architettura, tutti ricavati dallo stesso immobile, che è stato per anni una palestra, chiusa da poco. L’idea è quella di far scoprire – o riscoprire – ai milanesi la piccola via Magolfa, proprio di fronte a un posto magico come il Museo della Poesia, dedicato ad Alda Merini. Ci sono tutti gli ingredienti per creare un movimento continuo di persone, che vada un po’ oltre i confini classici della movida dei Navigli. Per farsi conoscere, i soci delle varie attività stanno pensando a un’associazione dal nome molto accattivante, “Magolfa Terra di Mezzo”, che sembra Tolkien, ma ha anche un valore molto concreto e significativo. Si presenteranno alla cittadinanza in aprile con l’azione simbolica di ripulire tutta la via dai brutti graffiti che la imbrattano, creando sui muri degli affreschi più belli, uno dei quali conterrà una poesia della Merini. Ripulire la via per riportare la cultura, il cibo di qualità e il piacere di un tempo più lento di quello a cui Milano ci ha da sempre abituati. Al Caffè Zanardi il tempo si ferma, si può passare il pomeriggio a lavorare con il wifi gratuito, bevendo un buon caffè e assaggiando i piatti semplici e genuini che arrivano da una fertile collaborazione con le piccole aziende del Parco Agricolo Sud di Milano. Tutti ingredienti controllati, di prima qualità, di cui si conosce la lavorazione fin dalle materie prime. Ci sarà addirittura un tablet a disposizione per consultare la provenienza di quello che si mangia, grazie al portale ParC, una start up di successo di due ragazzi milanesi. Le attività del Caffè Zanardi sono in fase di sviluppo, pronte ad andare a pieno regime nel giro di qualche mese. Appuntamento già collaudato con successo è il giovedì alle 20 con la presentazione di giovani autori di libri o di fumetti, che vengono a incontrare il pubblico in un clima informale di scambio e condivisione. Il posto punta a diventare sia un punto vendita di fumetti e libri, sia una biblioteca dove è possibile leggere e consultare i volumi. Il venerdì e il sabato saranno dedicati a serate di musica live unplugged, dal jazz al blues fino alla classica, con un programma di intrattenimento ricercato.

CAFFÈ ZANARDI
Via Magolfa, 25
Tel. 349 6143191




Progetto Robur

Questa settimana vi accompagno alla scoperta di un’Anima Nascosta all’estrema periferia di Milano, al confine con Corsico e Buccinasco, nell’austera ma vitale via San Colombano. Al numero 8 c’è un grande edificio scolastico, una cui ala è stata disabitata per diversi anni, dopo essere stata sede di un centro di aiuto al lavoro gestito dalla Regione. Nel 2014 il Comune dirama un bando pubblico per l’assegnazione dello spazio e a vincere è il Progetto Robur guidato da un team di talentuosi artisti, divisi fra teatranti e musicisti. Il nome è un omaggio al romanzo “Robur il conquistatore”, il gruppo è un’associazione di giovani professionisti operanti in svariati campi delle arti e della cultura, nata nel 2009 per realizzare eventi d’arte aperti alla cittadinanza: incontri, confronti, scambio e coinvolgimento attivo verso i mestieri dell’arte. Quello che potete trovare oggi in via San Colombano è un lungo e ampio corridoio su cui si affacciano numerose aule, ognuna adibita a una disciplina diversa, tutte costantemente animate dall’HDEMI, un modo divertente di scrivere “Accademia”. Si tratta di un vasto progetto educativo guidato da Fabiana Cinque con gli altri soci attivi, in particolare Saverio Assumma, Anna Bazueva, Giampaolo Grazioli e Luca Pedercini. Sono più di 500 metri quadrati in cui trovano sede molte aule. La prima è l’aula “motoria” per yoga, ginnastica, meditazione, pilates e dibattiti sul tema del corpo e della sua tutela. Poi c’è l’aula delle arti figurative, piena di cavalletti, quadri, sculture, modelli e modelle che posano per i corsi di disegno dal vero, mostre e workshop. Ai bambini è dedicata l’aula propedeutica, dove si organizzano corsi e giochi di gruppo per i più piccini dai 3 anni in su. Fondamentale l’aula musica con strumenti di ogni tipo, anche antichi come un clavicembalo fiammingo a due tastiere, una spinetta inglese e poi viole, violini e violoncelli per i corsi di musica barocca. Molti dei soci di Robur sono musicisti e insegnanti di musica, che lasciano qui i propri strumenti che non trovano spazio in casa e qui tengono le loro lezioni, impegnandosi in cambio a partecipare agli spettacoli che organizza la compagnia teatrale. Mi racconta Giampaolo Grazioli che ha sede qui anche un coro che, sebbene nato per diletto, sta via via diventando sempre più professionale, con tanto di esibizione finale all’Auditorium dove già lo scorso anno sono saliti oltre 300 partecipanti davanti a una platea che ha superato le mille persone. Quest’anno si replica l’8 giugno con un repertorio classico che va da Vivaldi ai Carmina Burana con qualche sporadica incursione nel melodramma ottocentesco. Il progetto musicale di Robur è sempre in bilico fra tradizione e sperimentazione, come ad esempio la rilettura con strumenti contemporanei dello Stabat Mater di Vivaldi, per scoprire nuove sonorità all’interno di una partitura classica. Al fondo del corridoio è allestito un Mercato Vintage, in cui i soci portano vestiti, oggetti e cimeli personali destinati alla vendita in nome del riciclo virtuoso. Periodicamente vengono organizzate delle giornate in cui il mercato si apre alla città. Ma lo spirito del riuso pervade tutto lo spazio, con mobili, tavoli, sedie tutti recuperati da precedenti abitazioni o da scenografie teatrali e a loro volta restaurati e ridipinti per avere uno stile omogeneo e dare un’immagine cool a tutto l’ambiente. Quando c’è da fare uno spettacolo, l’intero corridoio si trasforma in teatro, con la parte finale adibita a palcoscenico e il lungo braccio che si riempie di sedie per accogliere gli spettatori. Prove generali di spettacoli futuri, tappe milanesi di piccoli lavori che arrivano da fuori e tanto altro va in scena fra queste quinte, per animare e colorare la vita culturale della Zona 6.

PROGETTO ROBUR
Via San Colombano 8/a
Tel. 3319069970